DOCUMENTO NOTARILE
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DOCUMENTO NOTARILE


Romagna, territorio ravennate
14-15 gennaio 1542

Documento manoscritto in latino su pergamena. Dimensioni: 280x190 Compagine di 4 ff. non numerati costituenti un binione (2 bifogli), fascicolato con 2 fili di cucitura indipendenti. I due nodi di giunzione di entrambe le gugliate sono visibili all’esterno del fascicolo, lungo la piegatura. La pergamena è chiara e abbastanza sottile, di buona qualità. I ff. Ir e IVv (le pagine esterne del fascicolo) si presentano dal lato carne; i ff. IIv e IIIr (le pagine centrali contigue) dal lato pelo. La scrittura, in inchiostro bruno (con la sottoscrizione in inchiostro marrone chiaro), occupa a pagina piena solo i ff. II-III-IV. Tutti i fogli recano traccia di rigatura a colore (38 righe e margini di giustezza). Lo spazio interlineare è inferiore a 5 mm; il campo scrittorio è fitto ma ordinato. Il signum notarile rappresenta un riquadro geometrico a cornice decorata con un reticolo contenente un quadrato centrale con le iniziali L. P.; due triangoli si prolungano verso l’alto, con una linea di circa 750 mm e verso il basso, con una decorazione di difficile lettura (forse di tipo figurativo). Molto buono lo stato di conservazione.

€ 200,00
Documento manoscritto in latino su pergamena. Dimensioni: 280x190 Compagine di 4 ff. non numerati costituenti un binione (2 bifogli), fascicolato con 2 fili di cucitura indipendenti. I due nodi di giunzione di entrambe le gugliate sono visibili all’esterno del fascicolo, lungo la piegatura. La pergamena è chiara e abbastanza sottile, di buona qualità. I ff. Ir e IVv (le pagine esterne del fascicolo) si presentano dal lato carne; i ff. IIv e IIIr (le pagine centrali contigue) dal lato pelo. La scrittura, in inchiostro bruno (con la sottoscrizione in inchiostro marrone chiaro), occupa a pagina piena solo i ff. II-III-IV. Tutti i fogli recano traccia di rigatura a colore (38 righe e margini di giustezza). Lo spazio interlineare è inferiore a 5 mm; il campo scrittorio è fitto ma ordinato. Il signum notarile rappresenta un riquadro geometrico a cornice decorata con un reticolo contenente un quadrato centrale con le iniziali L. P.; due triangoli si prolungano verso l’alto, con una linea di circa 750 mm e verso il basso, con una decorazione di difficile lettura (forse di tipo figurativo). Molto buono lo stato di conservazione.
Si documenta l’accordo tra due parti in causa (due debitori e un creditore). Il 20 luglio 1540 Francesco de Veronensibus acquista un terreno da Gerolamo de Luchinis, al prezzo di 53 libbre. L’obbligazione, registrata da Matteo de Gipso, prevede che il de Veronensibus avrebbe pagato entro un anno, pena la restituzione del terreno. Morto Francesco de Veronensibus, restano soli i suoi due figli, Benedetto e Domenico, di età compresa fra i 14 e i 25 anni (pertanto minorenni), coltivatori e residenti nella stessa piccola casa. Su di loro grava il debito contratto dal padre con i de Luchinis. Nel 1542, sotto il pontificato di Paolo III, il notaio registra in due giornate il presente documento. - Il 14 gennaio, al cospetto del dottore Benedetto de Caldarinis, membro del collegio dei Magnifici Anziani della città, sono esposti i fatti suddetti. I due giovani, come eredi di Francesco, sono obbligati al pagamento di 53 libbre a Filippo de Luchinis, figlio di Gerolamo, altrimenti dovranno restituirgli il pezzo di terra per un valore equivalente. Non potendo restituire né i soldi né il terreno, e non disponendo di un tutore, il notaio sceglie per loro un curatore speciale, Silvestro di Giacomo da Napoli. Questi giura sul Vangelo fedeltà nell’adempimento dei propri doveri di specialis custos e di magister familiaris. - Il 15 gennaio Benedetto de Caldarinis riconosce ufficialmente il ruolo di Silvestro tutore e gli affida i giovani. Filippo, di sua volontà e a suo nome, absolvit et liberavit Benedetto e Domenico dal debito, in seguito alla stipula di un accordo: i de Veronensibus lo risarciranno con un pezzo di terra boschiva dell’estensione di 3 tornature e con metà dell’altra terra su cui sorge la loro casa, nel luogo detto Predola, confinante don i de Felicinis e con un fiume. De Caldarinis suggella il patto; il contratto è sottoscritto nel capitolo di San Bartolo e nella sala grande del palazzo residenziale dei Magnifici Anziani e al loro cospetto. Per i minori giurano Domenico fu Giovanni, Annibale fu Gabriele, il notabile cittadino Emilio Hermhi. Nella sottoscrizione il notaio si presenta Lorenzo Astorgii. Due elementi non irrilevanti di datazione topica sono rappresentati dall’unità di misura della superficie in tornature, dalla menzione della località detta Predola, e dal riferimento al Capitolo di San Bartolo e al palazzo degli Anziani. La tornatura, caratteristica dell’Emilia Romagna, corrisponde a un valore molto variabile in mq compreso tra 1500 e più di 2500 c.ca. Al di là della lunga Via Predola, che ancora oggi attraversa Conselice, si trova menzione di una località Podere Predola (“la Predola”) nel territorio di S. Maria in Fabriago, poco distante da Lugo (pertanto nel ravennate). E se ci troviamo in Romagna risulta facile supporre che il Capitolo presso cui si presta giuramento sia proprio il Capitolo della chiesa di San Bartolo in Cesena, così come il palazzo residenziale degli Anziani corrisponda all’antico palazzo cesenate “del Conservato” sede dell’assemblea degli anziani. Del resto il notaio allude a un libellum del 1466 preso come riferimento per regolamentare e dirimere contese del tipo in oggetto; proprio nel 1466 il legato papale assume il governo di Cesena, fissando in 27 capitoli le convenzioni fra il Comune e la Santa Sede in materia territoriale, fiscale e giuridica.
*MINISTERO DI AGRICOLTURA INDUSTRIA E COMMERCIO, Tavole di ragguaglio dei pesi e delle misure già in uso nelle varie provincie del Regno col sistema metrico decimale, Roma, 1877. *S. SOZZI, Breve storia della città di Cesena, Cesena 1973. *M. TABANELLI, Una città di Romagna nel Medioevo e nel Rinascimento, Brescia, 1980. *E. ANDREINI - S. CARNOLI, Camicie nere di Ravenna e Romagna tra oblio e castigo, Modena 2006, p. 170 (vi si menziona il Podere Predola, presso Lugo).