Quadro della Valsesia del canonico Sottile. Seconda edizione.
Quadro della Valsesia del canonico Sottile. Seconda edizione.
Quadro della Valsesia del canonico Sottile. Seconda edizione.

Quadro della Valsesia del canonico Sottile. Seconda edizione.

Sottile Nicolò (1751-1832).
Milano,
Presso Pirotta e Maspero Stampatori-Librai
1804 = III

In 8°; (225x135), pp. 255 (1). Legatura coeva in cartoncino tartarugato. Abrasioni superficiali alle copertine e dorso dovuti al pesciolino d'argento, impolveratura al piede del frontespizio peraltro copia molto bella e genuina, stampata su carta greve e a fogli diseguali con barbe,

€ 300,00
In 8°; (225x135), pp. 255 (1). Legatura coeva in cartoncino tartarugato. Abrasioni superficiali alle copertine e dorso dovuti al pesciolino d'argento, impolveratura al piede del frontespizio peraltro copia molto bella e genuina, stampata su carta greve e a fogli diseguali con barbe,
La prima edizione fu impressa a Novara nel 1803. Dalla pag. 252 e fino alla conclusione troviamo dei versi in francese del Nostro dedicati a Napoleone Bonaparte: " Versi composti dall'Autore in onore al Primo Console dopo la Battaglia di Marengo." "Sono omai (sic!) sedici anni, che per compiacere un amico abbozzai un Quadro della Valsesia. Nellaprima parte io dava un'idea del suo suolo, delle cose, che possono meritarsi l'attenzione del viaggiatore, dell'origine di quel Popolo, del suo carattere, del suo governo economico-politico; nella seconda parlava della spontanea sua dedizione ai Duchi di Milano, dei patti in essa convenuti, e delle varie conferme dei Principi successori loro nel dominio del Milanese. Nella terza trattava dei mezzi, che più atti mi sembravano a migliorarne la sorte, e renderla più utile al corpo politico, cui va unita. Ma persuaso, che le montagne sono montagne dappertutto, ed offrono ovunque colpi d'occhio più, o meno rilevanti di cascate d'acque, di torrenti impetuosi, che fremendo si precipitano nel fondo delle valli, e cent'altre simili prospettive interessanti per gli abitanti delle pianure, ma già delineate in cento libri da valenti scrittori, lasciai il mio manoscritto nell'obblio, cui era destinato..." Dalla prefazione, pag. 3 recto.
Lozzi, 5785 in nota.